[St. Oswald 1] La scuola dei desideri by Joanne Harris

[St. Oswald 1] La scuola dei desideri by Joanne Harris

autore:Joanne Harris
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Thriller
ISBN: 9788811135746
editore: Garzanti
pubblicato: 2012-04-26T16:00:00+00:00


3.

Il problema Sharon Snyde fu il culmine di tutti i colpi portati in dono da quell’estate. Dalle lettere, che mio padre mi aveva tenuto nascoste ma che ormai leggevo con orrore, i suoi piani risultavano molto avanzati. In linea di massima Xavier aveva accettato un’adozione; Sharon aveva fatto qualche ricerca nelle scuole; era stata perfino in contatto con i servizi sociali, i quali avevano trasmesso informazioni tali – circa la mia frequenza a scuola, al progresso accademico e all’atteggiamento verso la vita in generale – da rafforzare la sua posizione contro mio padre.

Non che ne avesse bisogno: alla fine, dopo anni di lotta, John Snyde si era arreso. Si lavava poco, usciva di rado se non per il negozio di fish and chips o il takeaway cinese, spendeva la maggior parte del nostro denaro in gratta e vinci o alcol, e durante le settimane successive divenne sempre più introverso.

In qualsiasi altro momento avrei apprezzato la libertà che la sua depressione mi dava. All’improvviso potevo far tardi quanto mi pareva. E nessuno mi chiedeva dove avessi passato la serata. Potevo andare al cinema, al pub. Potevo prendere le mie chiavi (finalmente, dopo quell’ultimo episodio disastroso, avevo un duplicato del mazzo) e vagavo per St Oswald ogni volta che volevo. Senza il mio amico, la maggior parte dei soliti passatempi avevano perso d’interesse, e li abbandonai rapidamente per dedicarmi al ritrovo abituale (se si poteva chiamarlo così) con Leon e Francesca.

A ogni coppia di amanti serve una spalla. Qualcuno che faccia la guardia; un terzo di comodo, uno chaperon occasionale. Era una cosa che mi nauseava, ma indispensabile; ma curavo il mio cuore infranto con la consapevolezza che, per una volta, seppure per un tempo brevissimo, Leon aveva bisogno di me.

Avevamo una capanna (un «circolo», la chiamava Leon) nel bosco dietro i campi da gioco di St Oswald. L’avevamo costruita lontano dal sentiero, sui resti del covo abbandonato da tempo di qualcun altro, ed era un bel posticino, ben mimetizzato, con muri fatti con mezzi tronchi e un tetto di fitti rami di pino. Era lì che andavamo, io a fare la guardia, a fumare e a cercare di non ascoltare i rumori che venivano dalla piccola capanna dietro di me.

A casa, Leon si manteneva tranquillo. Ogni mattino li chiamavo dalla mia bici, Mrs Mitchell ci preparava un picnic e noi ce ne andavamo per i boschi. Sembrava una cosa abbastanza innocente – era la mia presenza a renderla tale e nessuno immaginava quelle ore languide sotto il baldacchino di foglie, le risate soffocate dall’interno della capanna, le sbirciate dalle fessure, sulla schiena nuda color del grano e sulle natiche dolcemente screziate in penombra.

Quelle erano le buone giornate; nei giorni cattivi. Leon e Francesca se la svignavano semplicemente, nei boschi, ridendo e lasciandomi lì a sentirmi imbecille e inutile mentre correvano. Non eravamo mai un terzetto. C’era Leon-e-Francesca, un ibrido esotico, soggetto a sbalzi d’umore violenti, a un entusiasmo intenso, a crudeltà stupefacenti; e poi c’ero io, la spalla muta, adorante, affidabile in eterno.



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